giovedì 17 luglio 2014

VOGLIONO SVENDERE LA SICILIA, LOTTA DURA SARA’



Per i Capitalisti e i loro lacchè di governo, che siano di centrodestra o centrosinistra, la Sicilia è terra di conquista per i loro piani geopolitici (basi militari - Muos - depositi armi nucleari) e per gli interessi prettamente economici (rigassificatori – trivelle -petrolchimici).

Un esempio su tutti: l’ENI di Gela, proprio in questi giorni, abbandona lo stabilimento creando volutamente altra disoccupazione, dopo aver devastato il territorio rendendo il gelese la zona europea con il più alto numero di tumori,  senza nessuna riconversione, senza nessuna produzione sostenibile. I predoni vanno via dopo aver compiuto il saccheggio!!!

Il capitalismo si dimostra ancora una volta per quello che è: un sistema basato sullo sfruttamento degli uomini e delle risorse del territorio con un unico solo obiettivo: il profitto. E' infatti al DIO PROFITTO che verranno immolate le splendide risorse naturali della nostra regione in un vortice di continue privatizzazioni, dismissioni, mancate bonifiche, militarizzazioni.

Solo un reale cambiamento dello stato di cose può invertire questa tendenza alla distruzione indiscriminata delle risorse, solo il controllo su ciò che si produce, quanto si produce e come si produce può fermare questo scempio. Per questo tutte le aziende che inquinano come l'Ilva di Taranto, i petrolchimici di Milazzo, Priolo e Gela devono essere nazionalizzate senza alcun indennizzo e sotto il controllo operaio, mentre le bonifiche devono essere compiute a spese dei padroni come i Riva, l’Eni e la Lukaoil.

Ma per essere efficaci nella lotta a questa rapina sociale e ambientale è necessario  costruire un ampio e combattivo fronte anticapitalista che si impegni a contrastare il Muos a Niscemi, come le trivellazioni nei nostri mari, come i parchi eolici off-shore come gli inquinanti petrolchimici di Gela, Priolo e Milazzo, come ogni azione di speculazione in cui l'ambiente e la vita degli esseri viventi vengono considerati semplici variabili dipendenti della profittabilità d'azienda.

Le singole vertenze del no a questo e no a quello restano sicuramente importatnti ma più che unire e formare una coscienza anticapitalista, rischiano di dividere e dare una percezione di una forza sterile e destinata alla sconfitta.

Il Partito Comunista dei Lavoratori si impegna in Sicilia così come in tutta Italia alla costruzione  di un fronte di lotta Anticapitalista che possa essere sempre attivo, che nell’immediato possa resistere con forza allo sfruttamento e alla devastazione dell’imperialismo, con la prospettiva  di costruire un’opposizione reale alle politiche liberali e liberiste per la costruzione di una società alternativa.

Un fronte che si opponga al Crocetta di turno, che ha promesso la “rivoluzione”, ma, di fatto, il governatore con l’aiuto del PD nazionale, sta svendendo la Sicilia al governo statunitense per  trasformarla in una portaerei di guerra nel mediterraneo;  sta svendendo il nostro mare, che tutto il mondo ci invidia, ai petrolieri, per trivellare e distruggere per sempre il nostro mare e le nostre genuine campagne,  per costruire obbrobri parchi eolici off-shore, per non parlare delle numerosissime concessioni che la regione rilascia per regalare le spiagge libere siciliane, vere e proprie riserve naturali (es. Randello)  alle multinazionali turistiche, rendendole accessibili solo ai ricchi clienti.

E’ giusto che la Sicilia si ribelli ma è giusto che i siciliani sappiano e che capiscano che il male che sta distruggendo la Sicilia si chiama Capitalismo.
Solo con una lotta Anticapitalista organizzata in un fronte possiamo vincere contro i predatori del mondo!