mercoledì 30 ottobre 2013

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DELLA TESEOS IN LOTTA

OCCUPAZIONE AD OLTRANZA FINO ALLA REVOCA DEI LICENZIAMENTI E AL PAGAMENTO DELLE NOVE MENSILITA’ ARRETRATE !

Si apre una nuova vertenza in una città già desertificata dalla mancanza di lavoro. Ventisei lavoratori della cooperativa Teseos, sostenuti dall’organizzazione sindacale Flaica-CUB, non si arrendono ai licenziamenti notificati dalla Teseos con la complicità oggettiva della SSR, Società Servizi Riabilitativi, che gestisce tramite convenzione con ASP 5 le prestazioni riabilitative nella provincia messinese, utilizzando tre cooperative sociali, che ne forniscono il personale, una di queste appunto è la Teseos. Questi licenziamenti nascono dalla decisione dell’ASP 5 di vendere la propria quota azionaria, quale soggetto pubblico ai privati. Oltre al danno per i lavoratori che da tredici anni lavorano in questo settore della riabilitazione, assistiamo alla vergogna della cancellazione e/o del peggioramento dei servizi per soggetti deboli come i disabili e i portatori di handicap in genere. ASSISTIAMO ANCORA UNA VOLTA AI CRIMINI DELLA PRIVATIZZAZIONE ! Come Partito Comunista dei Lavoratori siamo al fianco dei lavoratori della Teseos, che occupano la direzione della SSR, che dovrebbe intervenire (insieme all’ASP) sulla controllata Teseos, per revocare i licenziamenti. In caso contrario sia la SSR che l’ASP 5 si assumano gravi responsabilità nel non impedire la realizzazione di questo crimine sociale. I problemi sociali non si risolvono denunciando e schedando i lavoratori e i sindacalisti che li sostengono, come già tempestivamente e vergognosamente si è fatto, ma impedendo come stanno tentando di fare i lavoratori della Teseos questi ulteriori processi di privatizzazione, che il mercato capitalistico del lavoro permette a persone che hanno come unico valore della vita il Dio Denaro, calpestando le dignità dei lavoratori e dei cittadini più deboli, che dovrebbero beneficiare di questo servizio. Dignità sociale dei lavoratori, che è stata loro negata anche dalla mancata convocazione al tavolo delle trattative del sindacato che li sostiene la Flaica-CUB, con la quale i lavoratori devono decidere la delegazione trattante, che sicuramente non è rappresentata da sindacati confederali, che si arrogano il diritto di trattare (“cosa?” ) in nome di lavoratori in lotta, che non li riconoscono come difensori dei loro diritti!! Giustamente i dipendenti licenziati della Teses rifiutano un accordo siglato da Cgil e Cisl, sindacati non rappresentativi dei lavoratori in lotta, accordo che non riconosce le loro giuste rivendicazioni, e che è molto generico: non si soddisfano i bisogni sociali con impegni generici a pagare una irrisoria parte delle mensilità arretrate, ne tantomeno con la richiesta di abbandonare i locali occupati, in cambio di un “valuterò…” sulla questione dei licenziamenti, non riconoscendo che la crisi della Teseos è dovuta alla cattiva gestione della stessa, e non alla responsabilità dei lavoratori. Pertanto la lotta continua fino alla revoca dei licenziamenti e al pagamento delle nove mensilità. Altresi il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene la giusta richiesta della Flaica CUB: vale a dire l’ immediata revoca in autotutela del bando di gara per la cessione del 51 per cento della quota detenuta dall’ASP di Messina nella S.S.R. gara che sarà espletata nel Novembre prossimo. Il Partito Comunista dei Lavoratori sottolinea come il caso dei lavoratori della Teseos non è il primo nell’ambito dell’”oscuro” mondo delle cooperative, quindi il problema va risolto alla radice: immediata assunzione pubblica da parte dell’ASP degli operatori della riabilitazione, per l’importanza vitale di questo servizio sociale. Pertanto fanno bene i lavoratori a non abbandonare l’ occupazione dei locali della SSR in via T. Cannizzaro, se non vengono soddisfatte le loro sacrosante rivendicazioni !!!
IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI A FIANCO DEI LAVORATORI IN LOTTA DELLA TESEOS FINO AL SODDISFACIMENTO DELLE GIUSTE RIVENDICAZIONI DEGLI OPERATORI SOCIALI E DELLE FAMIGLIE A CUI VIENE PRESTATO IL LORO SERVIZIO!!

Giacomo Di Leo, Vito Giunta, Francesco Bitto, Angelo Franchina per il coordinamento provinciale del PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI SEZ. DI MESSINA

lunedì 28 ottobre 2013

UN RISULTATO STORICO PER IL TROTSKISMO ARGENTINO

Il Frente de isquierda rivoluzionaria (FIT) ha riportato un risultato eccezionale nelle elezioni politiche argentine: il 5,17% su scala nazionale, con 1.150.000 voti. Sono stati eletti tre deputati rivoluzionari nelle circoscrizioni della provincia di Buenos Aire ( con quasi 500.000 voti), di Mendoza ( col 14%),di Salta ( col candidato del PO al 19%). I deputati eletti sono Nestor Petrola e Pablo Lopez del Partido Obrero (PO), sezione argentina del CRQI, e Nicolas Del Cano del Partido de Trabajadores Socialistas(PTS). Altri tre candidati hanno mancato la elezione per pochissimi voti. Il FIT ha inoltre riportato la elezione di 8 consiglieri provinciali che si aggiungono a quelli già eletti nel Nequen e a Cordoba. 

Complessivamente un risultato storico per il PO e per il Frente: che raggruppa tre partiti trotskisti ( PO-PTS-Isquierda Socialista) accomunati da un programma apertamente rivoluzionario basato sulla prospettiva del potere dei lavoratori. Un programma che è stato al centro della campagna elettorale del Frente. A fronte della crisi politica del governo peronista , il trotskismo argentino emerge come punto di riferimento di un'avanguardia di massa della classe operaia e degli sfruttati. Non è un caso se lo straordinario risultato elettorale, si combina con l'affermazione dei trotskisti nelle elezioni sindacali di numerose e importanti fabbriche ( Craft, Pepsi Cola.. ) e di settore ( come tra gli edili di Buenos Aire). 

E' un risultato che dimostra come un duro lavoro rivoluzionario controcorrente può alla lunga aprire una breccia, in condizioni favorevoli, nella coscienza operaia di una vasta avanguardia. Ma sopratutto è un risultato di eccezionale importanza per il rilancio del progetto di Rifondazione della Quarta Internazionale su scala mondiale, e dunque del CRQI quale strumento centrale di tale progetto. 

IL PCL, sezione italiana del CRQI, incorporerà il successo del PO e del FIT nel lavoro di costruzione e radicamento del partito rivoluzionario in Italia. 

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

venerdì 25 ottobre 2013

CHE FINE HA FATTO IL REGISTRO SULLE UNIONI CIVILI?

La sezione di Ragusa del Partito Comunista dei lavoratori e' stata, assieme ad altri, tra i promotori della raccolta firme per istituire anche a Ragusa il registro delle Unioni Civili.
Piu' di 500 ragusani hanno apposto la loro firma chiedendo con forza l'istituzione del registro.
A meta' luglio abbiamo depositato le firme e chiesto al comune di organizzare un consiglio comunale aperto per discutere dell'argomento, ma ad oggi nessuno ha risposto a questa nostra richiesta.
Vorremmo ricordare che per legge il consiglio deve riunirsi entro 60 giorni dal deposito delle firme, discutere della proposta, e approvarla o meno.
Noi siamo consapevoli che l'istituzione del registro non e' la soluzione di tutti i problemi per le coppie di fatto, siano esse coppie etero o omosessuali, ma solo l'inizio di un percorso che vuole dare dignità e uguaglianza a tutti, senza distinzione.
Non capiamo perché si tergiversi e si perda tempo su questa questione.
Per questi motivi chiediamo all'amministrazione di fissare urgentemente un consiglio comunale aperto sul tema.

Partito Comunista dei Lavoratori sez. di Ragusa

giovedì 24 ottobre 2013

1917 RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

L'aggravarsi della crisi alimentare, la diffusa disoccupazione, l'incapacità di fronteggiare il collasso economico aggravarono ulteriormente le difficoltà del governo di Kerenskij,mentre la moltitudine del bolscevismo cresceva di giorno in giorno. Il popolo si rese conto ancor di più che la vera forza rivoluzionaria era in mano al partito bolscevico.
Lenin rientrò di nascosto a Pietroburgo il 10 ottobre 1917 per dirigere e capeggiare il comitato centrale alla conquista del potere: l'insurrezione armata doveva scattare senza indugio.
Due giorni dopo fu creato il Comitato Militare Rivoluzionario sotto la presidenza di Trotzki.
Il comitato poteva contare su dodicimila guardie rosse e tremila soldati. Gli operai delle industrie belliche fornirono le armi, si unirono ai bolscevichi le navi da guerra della flotta del baltico e molte truppe del governo provvisorio.
La sera del 24 ottobre (6 novembre) 1917 Lenin, sotto false sembianze, si recò all'istituto Smolnyi per organizzare la presa del potere: durante la notte le guardie rosse ed i soldati occuparono senza incontrare resistenza i ministeri, la banca nazionale, la centrale telefonica, le stazioni ferroviarie e tutti gli altri punti nevralgici di Pietrogrado.
Kerenskij riuscì a fuggire dalla capitale ma gli altri membri del governo provvisorio rimasero chiusi nel Palazzo d'Inverno nell'attesa disperata quanto vana dell'intervento dell' esercito.
Il Governo provvisorio mobilitò le poche forze ancora fedeli: gli allievi ufficiali delle scuole, tre reggimenti di cosacchi e qualche altro reparto tra cui il Battaglione femminile della signora Botchareva per difendere il Palazzo.
Gli insorti accerchiarono l'edificio ed intimarono al governo di arrendersi entro mezz'ora,in caso contrario le navi da guerra avrebbero aperto il fuoco dei loro cannoni.
L'ultimatum non ebbe risposta e due ore dopo una cannonata a salve, partita dall'incrociatore Aurora provocò una sparatoria tra le due parti. Il Battaglione femminile, dopo aver tentato una sortita, fu catturato dagli insorti che penetrarono nel palazzo e in poco tempo disarmarono gli ufficiali.
All'alba del 26 ottobre (8 novembre) tutti i ministri furono arrestati e trasferiti sulla fortezza di Pietro e Paolo. L'assalto al Palazzo costò la vita a cinque marinaie ad un soldato.
Alcune ore prima siera radunato allo Smolnyi il secondo congresso panrusso dei soviet composto daseicentocinquanta delegati, si annuncia  all'assemblea che il palazzo d'Inverno erastato occupato ed il governo (ad eccezione di Kerenskij) tratto in arresto.
Tra ripetuti escroscianti applausi fu decretato il passaggio del potere ai soviet eproclamata la Repubblica dei Soviet.
La sera di quellostesso giorno si aprì la seconda seduta del congresso: in un tripudio diovazioni, Lenin salì sul podio. Il suo discorso salutò la vittoria dellarivoluzione ed espresse la speranza di una rivoluzione socialista mondiale, chesi poteva delineare anche in Germania, in Italia ed in altri paesi europei. PoiLenin annunciò il decreto di espropriazione della terra che fu dichiaratapatrimonio del popolo, insieme alle risorse petrolifere, carbonifere eminerarie. Il congresso approvò ed infine intonò l'Internazionale. La conquistadel potere da parte dei bolscevichi passò alla storia come la Rivoluzione d'Ottobre. Le guardie rosse continuarono a combattere contro le truppedi cosacchi ancora fedeli a Kerenskij e le sconfissero a Pulkovo e Gacina.Kerenskij si rifugiò in Inghilterra.
Il nuovo governo fu chiamato Soviet dei Commissari del Popolo quale governo provvisorio degli operai e dei contadini. La presidenza ovviamente andò a Lenin, mentre a Trotski fu affidato il commissariato degli Esteri, a Rykov il commissariato dell'Interno, a Lomov la Giustizia, a Nogin il Commercio e l'Industria, a Miljutin l'Agricoltura, e da Lunacarskij la Pubblica Istruzione.
Il compito che attendeva Lenin era enorme, imponendo una profonda riorganizzazione dell'apparato statale e dell'economia in pieno sfacelo, la pace con la Germania e la repressione dell'opposizione politica interna.
I primi atti del governo rivoluzionario furono l'approvazione di un decreto sulla erra che nazionalizzava le grandi proprietà fondiarie proponendone la suddivisione tra i contadini, e un decreto sulla pace che annunciava l'avvio delle trattative per la pace immediata. Seguirono altri decreti sulla limitazione della libertà di stampa e sulla nazionalizzazione delle ferrovie e della flotta. La gestione delle industrie passò sotto il controllo degli operai. Tutte le banche si fusero con la Banca di Stato.
Le istituzioni del vecchio stato furono liquidate: il sistema giudiziario fu soppiantato dai tribunali del popolo, la polizia venne sostituita da una milizia formata in prevalenza da operai, la Chiesa fu separata dallo Stato e dalla scuola. Fu introdotto il matrimonio civile e la donna venne legalmente equiparata sotto ogni aspetto all'uomo. Fu introdotta la giornata lavorativa di otto ore.
Il 5 dicembre 1917 venne riconosciuta l'indipendenza della Finlandia e fu promulgata la Dichiarazione dei popoli della Russia che riconosceva l'uguaglianza di tutte le minoranze etniche e il loro diritto all'autodecisione. 

mercoledì 23 ottobre 2013

LAVORO, NON COLLETTE

Si è svolto ieri l'incontro con l'assessore dei servizi sociali Brafa per affrontare il tema dell'emergenza sociale che investe la nostra città. Abbiamo ancora una volta ricordato che i disoccupati non possono più aspettare, che il bando-lavoro deve essere pubblicato nell'immediato, che si è arrivati a quel bando dopo una lunga protesta e una lunga trattativa e che non è accettabile che, a tre mesi dall' insediamento della Giunta, non un euro è stato destinato ai servizi essenziali.
Riteniamo che lo smantellamento dei diritti sociali che si inquadra all'interno del patto di stabilità sia l'ennesimo atto di aggressione contro i lavoratori e le fasce deboli. Non possiamo che prendere atto del fatto che la cosiddetta “svolta grillina”si infrange nella disillusione provocata da un tema così delicato come le politiche di inclusione sociale.
E' ora che il Comune programmi degli interventi reali.
Alla nostra richiesta di creare un assetto organico ai servizi sociali cosa risponde l' assessore? Che l'amministrazione si sta adoperando a promuovere collette alimentari e raccolta di derrate...
Ecco l'idea di welfare che promuove Brafa: collette e beneficenza.... La nostra è quella che si fondi sul lavoro e che chiuda i ponti con il mero assistenzialismo.
Ricordando a lui che i diritti non si elemosinano, si è impegnato a pubblicare il bando il 1 Novembre: se anche questa data sarà disattesa noi saremo a fianco dei disoccupati se questi decideranno di intraprendere nuove forme di protesta con la prospettiva della giustizia sociale e della piena occupazione.


                                                  PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI sez di Ragusa


lunedì 21 ottobre 2013

CONSIDERAZIONI SUL 19 OTTOBRE. ANTAGONISMO E RIVOLUZIONE A CONFRONTO

La manifestazione del 19 Ottobre ha visto una partecipazione superiore alle aspettative.

Il clima di intimidazione poliziesca che ha preceduto e accompagnato il corteo- con blocchi, perquisizioni, strumenti repressivi di vario genere- non ha impedito a decine di migliaia di lavoratori, precari, disoccupati, migranti, attivisti dei movimenti di lotta su casa, ambiente, territorio, di manifestare la propria opposizione alle politiche di austerità e di miseria sociale condotte dai governi di unità nazionale, protette dalla Presidenza della Repubblica, dettate dal capitale finanziario italiano ed europeo.

A differenza della manifestazione del 12 Ottobre( Rodotà/ Landini), che teneva i piedi in tante scarpe( con i movimenti ma anche con le Procure, “contro” il governo ma strizzando l'occhio al PD), la manifestazione di sabato aveva un carattere di opposizione inequivoca. Anche da qui la partecipazione organizzata, combattiva e militante, del Partito Comunista dei Lavoratori ( oltretutto, tra i soggetti politici del corteo, lo spezzone col maggior numero di giovani).

Tuttavia, passata la manifestazione, si impone qualche considerazione politica. Di bilancio e di prospettiva.


LIBERTA' PER GLI ARRESTATI

Il primo dovere è sicuramente quello di rivendicare la immediata libertà dei compagni/e arrestati/e.

E' una rivendicazione incondizionata. Non riconosciamo allo Stato borghese il diritto di colpire un'espressione di opposizione, quale che sia. Le divergenze profonde che abbiamo con impostazioni nichiliste e/o avventuriste, indifferenti al rapporto con la classe e alla crescita del movimento di massa, non ci fanno perdere di vista il fatto fondamentale: l'avversario è lo Stato, le classi dominanti, il loro governo. Se contrastiamo azioni e logiche minoritarie lo facciamo proprio nel nome della prospettiva della rivoluzione, non certo della difesa della “legalità” o del principio della “non violenza”. Perchè è lo Stato l'organizzazione concentrata della violenza: quella che tutela lo sfruttamento, affonda i migranti, partecipa alle guerre..

A sua volta proprio una seria prospettiva rivoluzionaria chiama in causa posizioni ideologiche e culture di larga parte dei soggetti promotori della manifestazione del 19.


“SOLLEVAZIONE” : PAROLE E REALTA'

“Sollevazione” era la parola d'ordine e lo striscione d'apertura del corteo. “Sollevazione” recitava il tam tam di un'area vasta di realtà di movimento riconducibili in senso lato all'arcipelago dell'”Autonomia”. Ma cosa si intende per “sollevazione”? Questo è il punto decisivo. Perchè con le parole non si gioca. (Anche perchè qualcuno può prendere sul serio un gioco mediatico e d'immagine, con conseguenze imbarazzanti per gli stessi giocolieri).

Chiamare “sollevazione” una manifestazione di decine di migliaia, convocata da due mesi, concordata (comprensibilmente) con la Prefettura, sfociata in un presidio autorizzato di duecento compagni davanti a un ministero, è obiettivamente ridicolo. Tanto più se il suo sbocco è l'incontro con il Ministro Lupi, attraverso l'interessamento dell'assessore Nieri( SEL).

Ma non si tratta di una improprietà terminologica. Si tratta di una questione politica seria. Si tratta di una cultura che riduce la rivoluzione al “proprio” antagonismo, cioè all'antagonismo di una minoranza. Questo antagonismo può, a seconda dei casi, confliggere con lo Stato negli scontri di piazza e/o negoziare con lo Stato e i suoi ministri. Ma parte sempre dal culto di sé, dalla propria autorappresentazione come “Il Movimento”, al tempo stesso avversario e interlocutore dello Stato. Dentro una visione in cui tutto si riduce al ( proprio) “conflitto” e/o “mediazione” col potere. Senza prospettiva di reale alternativa di società e di potere, quindi di rivoluzione, quindi di conquista delle grandi masse alla rivoluzione. Chiamare “sollevazione” la “propria” manifestazione è semplicemente una traduzione di questa cultura.


LA SERIETA' DI UNA PROSPETTIVA RIVOLUZIONARIA

Le reali ragioni di lotta e di movimento che si sono espresse nella manifestazione del 19 Ottobre meritano e richiedono un'altra logica e prospettiva. Non la propria autorecinzione in un piccolo bacino d'avanguardia. Ma l'investimento in una prospettiva di autentica esplosione sociale di massa, concentrata e radicale, che rovesci i rapporti di forza con la borghesia e il suo Stato. Perchè questa è una sollevazione : non una manifestazione di migliaia, ma una ribellione di milioni. A partire dalla forza decisiva di 16 milioni di lavoratori salariati.

E' questa l'unica via per strappare risultati reali in ordine alle proprie rivendicazioni, perchè l'avversario- tanto più in tempo di crisi- concede solo quando ha paura ( e solo una ribellione di massa può incutergli realmente paura). Ma soprattutto è l'unico modo di aprire la prospettiva del rovesciamento del capitalismo e della conquista del potere da parte dei lavoratori e degli sfruttati. Un potere basato sulla loro organizzazione e la loro forza: l'unico potere che possa riorganizzare da cima a fondo la società, e dunque l'unico potere che possa davvero assicurare lavoro, reddito, casa, diritti...
Costruire un ponte, in ogni lotta, tra queste rivendicazioni e un alternativa di potere, è l'unico modo di dare loro una prospettiva seria. Certo difficile, ma l'unica reale. La costruzione controcorrente del partito rivoluzionario è in funzione di questa politica e prospettiva.

“Senza le masse non c'è sollevazione, lotta di classe, rivoluzione”: questa parola d'ordine- tra le altre- ha scandito non a caso lo spezzone di corteo del PCL. Riassume la differenza di fondo tra puro antagonismo e prospettiva anticapitalista. E perciò stesso tra il gioco autocentrato dell'illusionismo ideologico, e la serietà della politica rivoluzionaria.
MARCO FERRANDO

L'ennesima ipocrisia grillina

Oggi durante i lavori del consiglio comunale i consiglieri di maggioranza hanno deciso di abbandonare l’aula, facendo mancare il numero legale, per esprimere solidarietà alle famiglie che da giorni manifestano alla provincia per l’annullamento di un servizio essenziale quale il trasporto per i figli disabili presso le scuole.
Siamo assolutamente d’accordo con la protesta portata avanti da queste famiglie che a causa di scelte politiche scellerate si sono visti tagliati un servizio per loro essenziale ma non possiamo tollerare l’ipocrisia dei consiglieri “grillini”, bravi a “sostenere” battaglie contro altri enti e totalmente assenti quando invece si tratta di agire politicamente presso l’ente che amministrano (il Comune).
Ci riferiamo in maniera particolare alla totale mancanza di iniziativa politica che questa amministrazione e i consiglieri di maggioranza hanno dimostrato nei confronti dei tagli ai servizi sociali.
Da tempo ci battiamo contro i tagli effettuati in questo settore perché  hanno, di fatto, abbandonato a se stessi i cittadini ragusani in difficoltà economica.
Proprio in un momento di crisi economica capitalista come quello che stiamo vivendo bisognava potenziare con più risorse il settore dei servizi sociali ed invece l’attuale amministrazione continua a non investire un euro in questa direzione.
Ci piacerebbe vedere i consiglieri comunali manifestare con  noi anche su questo ma siamo convinti che è difficile che ciò accada.
Ci consola il fatto che per la protesta contro i tagli ai servizi sociali e per la messa in atto del “bando-lavoro” sono presenti tanti cittadini e il Comitato Disoccupati appena costituitosi.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI Sez. RAGUSA

mercoledì 9 ottobre 2013

COSTITUITO COMITATO DISOCCUPATI

Si è tenuta oggi presso i locali della Camera del Lavoro di Ragusa l'assemblea dei disoccupati e degli ex-sussidiati del Comune di Ragusa.
E' stato illustrato a piu' di 70 persone come accedere ai Cantieri di Servizio finanziati dalla Regione.
Durante gli interventi si è  soprattutto constatato come l'attuale amministrazione 5 stelle voglia cancellare del tutto la spesa sociale da destinare ai disoccupati. 
Abbiamo ricordato come, dopo la lunga trattativa dello scorso inverno che ha coinvolto il Comitato degli Invisibili rappresentati dalla Cgil,,i militanti del PCL, il Prefetto e l'ex Commissario Margherita Rizza, eravamo riusciti ad ottenere il ripristino, seppur parziale, dei fondi per la spesa sociale e ad istituire la graduatoria per accedere al bando-lavoro che avrebbe permesso agli ex sussidiati di  svolgere alcuni servizi comunali gestiti dalle cooperative. 
Con la nuova amministrazione 5 stelle questo percorso e' stato cancellato del tutto.
L'attuale Assessore ai Servizi Sociali vuole cancellare con un colpo di spugna gli interventi sociali e l'intero welfare comunale. Come se non bastasse il taglio all'assistenza dei disabili, la chiusura dell'asilo nido di Ibla, la “rimodulazione” delle equipe socio-psicopedagogiche nelle scuole si vuole adesso negare anche il diritto al lavoro.
Per questo si è costituito il Coordinamento dei Disoccupati che riunisce ex lavoratori edili e il Comitato degli Invisibili protagonista del presidio permanente che lo scorso inverno ha occupato Piazza Matteotti. 
Il coordinamento, composto da 8 compagni coordinerà le iniziative, vigilierà sulle graduatorie dei Cantieri di Servizio, terrà  sempre informata l'assemblea .
Samo pronti a intraprendere ,fin da subito,nuove azioni di lotta se il Comune di Ragusa non ripristinerà la spesa sociale destinata ai bandi-lavoro.
La prossima settimana incontreremo,con il comitato disoccupati, l' Assessore ai Servizi sociali a cui ribadiremo la nostra linea.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI- sez. di Ragusa