mercoledì 16 dicembre 2009

SGOMBERATO LO SPAZIO AUTOGESTITO LA FABBRICA DI RAGUSA

quattro i denunciati, fra cui un compagno del Pcl

Dopo l’Experia di Catania viene sgomberata la Fabbrica di Ragusa. Il centro sociale, nato da pochi mesi, è stato sgomberato nella mattinata del 15 dicembre. Le forze dell’ordine, intervenendo, hanno pure portato in questura un’attivista del centro e denunciato 4 persone, fra cui un compagno del Pcl, membro del collettivo occupante. I locali dell' ex Hotel San Giovanni di proprietà dell' Inpdap, erano stati occupati il 17 Ottobre scorso e in due mesi sono state portate avanti numerose iniziative: dalle assemblee sul diritto alla casa, all' istituzione della cassa di resistenza a favore della lotta degli sfrattati Iacp, concerti e cineforum gratuiti, cene sociali, laboratori di artigianato, iniziative contro il Ponte sullo Stretto, etc... Il centro storico di Ragusa era stato rivitalizzato e uno stabile abbandonato da più di 10 anni restituito alla città. Adesso al collettivo è negato l' accesso all' interno dell' Ex Hotel ed è ad oggi impossibile recuperare quanto si era portato dentro: hanno murato qualsiasi accesso. Ma quest' atto di forza non cancellerà l' esigenza reale di spazi sociali, la questione rimane aperta. Seguiranno iniziative a sostegno della lotta per gli spazi sociali in città.

sabato 17 ottobre 2009

A Ragusa occupato l' ex Hotel San Giovanni

Il collettivo "La Fabbrica" occupa un edificio con più di 40 stanze. Una risposta agli sfratti recenti delle famiglie dagli alloggi popolari.

Ragusa: 17 Ottobre 2009
Occupato lo stabile dell' ex-Hotel San Giovanni.

Dal pomeriggio del 17.10 un gruppo di cittadini ha occupato lo stabile dell' Ex-Hotel San Giovanni in stato di abbandono da ormai circa 10 anni. In tanti anni sono stati innumerevoli i tentativi, da parte di comitati, gruppi e singoli cittadini, di avviare con le amministrazioni comunali trattative per l' assegnazione di uno dei tantissimi locali in stato di abbandono presenti in città. Tali richieste hanno sempre rappresentato la reale esigenza da parte della popolazione ragusana di avere spazi aggregativi e culturali, spazi di agibilità politica e sociale, laboratori dove realizzare iniziative autogestite. Di fatto Ragusa mostra una desolazione culturale senza precedenti e totale mancanza di progetti sociali e di integrazione interculturale. Di queste mancanze il collettivo LA FABBRICA è stata sempre pronta a farsi carico nello spirito della cooperazione e della solidarietà, senza scopo di lucro, tramite iniziative sociali rivolte al coinvolgimento diretto della cittadinanza.
Ma le risposte delle amministrazioni, quando non nettamente negative, sono state vaghe e inconcrete, dando così atto della incapacità di ascoltare le reali esigenze della cittadinanza. Ma adesso è impossibile continuare ad aspettare, adesso la questione è irrimandabile: in questi giorni assistiamo ai primi dei 327 sfratti dagli alloggi popolari. A queste famiglie rimaste senza un tetto e che attualmente occupano gli uffici dei servizi sociali, l' amministrazione è incapace di dare risposte. A loro và la nostra concreta solidarietà, ci mettiamo a disposizione delle rivendicazione dei loro diritti e ci prenderemo carico della loro emergenza abitativa mettendo a disposizione gli spazi dell' ex-hotel.
Appare chiaro come anche a Ragusa, mentre i poteri forti si aggrappano ai loro privilegi e al loro parassitismo, la crisi colpisca esclusivamente i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati e gli strati più bassi della società: le fabbriche licenziano nella totale indifferenza dei sindacati, del sindaco e della sua giunta, la crisi della cassa comunale ha privato centinaia di famiglie dello stipendio costringendole ad indebitarsi, i cittadini vengono vessati di rincari insostenibili delle tasse comunali e, come già detto, gli sfratti sono già in corso d'opera.
Noi siamo stanchi di pagare la crisi che i padroni hanno generato!Abbiamo appreso dalle lotte di questo autunno, prima fra tutte quella degli operai Innse, che solo la lotta paga, che starcene a guardare permetterà ai poteri forti di continuare a derubarci dei nostri diritti e della nostra dignità. Per questo chiediamo ai cittadini di rifiutarsi di rassegnarsi alla disfatta e di unirsi alla nostra lotta!

.A FIANCO DEI LAVORATORI, DEI DISOCCUPATI, DEGLI .IMMIGRATI!
.CONTRO GLI SFRATTI DAGLI ALLOGGI POPOLARI!
.PER GLI SPAZI SOCIALI!

NOI LA VOSTRA CRISI NON LA PAGHIAMO!!



collettivo LA FABBRICA
circolo Trotski

venerdì 17 aprile 2009

La Sicilia e il suo NO al G8

Per una grande mobilitazione contro ii grandi devastatori, i grandi inquinatori, i grandi responsabili dell' oppressione del Pianeta e dei suoi abitanti

Documento del Coordinamento ibleo contro il G8

Verranno a Siracusa. Si barricheranno a Ortigia, dentro il castello Maniace dal 22 al 24 aprile. Sono i rappresentanti per l’ambiente degli otto governi cosiddetti più grandi del mondo: grandi inquinatori, grandi devastatori, grandi sostenitori e applicatori delle politiche liberiste, grandi responsabili del declino inarrestabile del Pianeta e dell’oppressione dei suoi abitanti, a cominciare dai paria dei paesi del Sud del Mondo.
In vista del G8 superblindato de La Maddalena del prossimo mese di luglio, per questo vertice tematico è stata scelta Siracusa, la città del ministro italiano Stefania Prestigiacomo, che intende in questo modo far valere il proprio peso politico-elettorale sul governo e sul suo territorio. Un territorio le cui classi politiche che lo hanno amministrato da sempre possono fregiarsi del record negativo nazionale in materia di raccolta differenziata dei rifiuti; ma queste sono bazzecole, rispetto agli altri e più deflagranti motivi che pongono la provincia di Siracusa in posizione centrale in materia di ambiente; motivi noti e tutti negativi: un’area industriale che dal capoluogo si estende fino alla provincia di Catania, dove da 40 anni e passa le multinazionali del petrolio e della chimica, italiane ed estere, hanno devastato tutto quello che c’era da devastare: aria, terra, acqua e naturalmente l’uomo, aggredito dai veleni, ucciso dal cancro, spogliato nelle speranze di un futuro migliore da vivere su una terra irrimediabilmente compromessa, e frustrato per non aver saputo riservare un avvenire migliore del suo ai propri figli, la cui salute e integrità fisica è e sarà sempre a rischio a causa delle malformazioni genetiche che hanno colpito gli abitanti e tutti gli altri esseri viventi dell’area.

Siracusa è quindi, senza dubbio, il luogo migliore per affrontare le tematiche ambientali, ma abbiamo la certezza che la sua condizione di cesso delle multinazionali e del capitale non c’entri nulla con la scelta di tenervi il G8 sull’ambiente. Scelta che quindi assume tutto l’aspetto di una beffa e di una provocazione cinica contro la popolazione siracusana e siciliana tutta.
Nel territorio aretuseo stremato dalla ricerca di profitto e dal falso mito dello sviluppo che ha ammaliato e offuscato le menti di intere generazioni e dopato non pochi “sinistri” ex anticapitalisiti, oltre allo scempio della chimica e del petrolio, abbiamo assistito anche alla strage dell’amianto provocata dallo stabilimento Eternit di contrada Targia, alla piaga delle discariche, all’inquinamento delle campagne e della produzione agricola contaminate dalla chimica; mentre oggi si parla di rigassificatori e inceneritori da impiantarvi.
In territorio siracusano ricade la base di Sigonella, fonte di inquinamento materiale e di militarizzazione cancerogena, ipoteca sul territorio e sulla Sicilia tutta, centrale operativa di morte sempre più al centro dei progetti di guerra della Nato. E ancora più a sud e verso l’interno incombe la questione delle trivellazioni in Val di Noto: ancora petrolieri americani a colonizzare e defecare sul nostro territorio. Poco più in là la piana di Gela, ostaggio del petrolchimico, avvelenata e moribonda, con la sua catena di morti, di cancri, di mafie. Sempre nel siracusano, c’è Augusta, con i suoi depositi di armi anche nucleari, con la sua base per sommergibili atomici, ed il rilascio di sostanze radioattive sul territorio e sulle acque della rada. E poi v’è Lentini, con le morti - non più sospette - collegate all’inquinamento provocato dal rilascio di sostanze tossiche in seguito ad incidenti di aerei americani. E poco più in su c’è lo Stretto, con il progetto mostruoso del Ponte, la più grande di tutte le grandi opere: grande abbuffata di miliardi da parte dei padroni del tondino e del cemento, a rischio (documentato) di infiltrazioni da parte delle cosche mafiose e ‘ndranghetiste. Il Ponte, castigo che si impone ad una Sicilia in ginocchio, arsa dalla sete di lavoro, rovinata dal clientelismo e dall’arroganza di una borghesia compradora avida e senza scrupoli, da sempre compromessa con il malaffare.

In quest’isola stuprata dai conquistatori di turno, con la complicità delle classi dirigenti siciliane, si parla anche di centrale nucleare. Ed è la faccia angelica di Stefania Prestigiacomo, figlia d’arte e ministra, a farlo.
Con la sua famiglia controlla diverse aziende presenti nel triangolo della morte Augusta-Priolo-Melilli: la Coemi spa (99%), la Vetroresina engineering development (59,1%), e la fallita Sarplast (6,29%).
Un G8 che è un’offesa, un atto di sfida al popolo inquinato. Sarebbe bene quindi preparare una buona accoglienza agli otto Grandi Inquinatori. Siracusa sarà una città blindata, inaccessibile, militarizzata; e fin da ora siamo certi che la macchina repressiva sia già all’opera per neutralizzare ogni volontà di mettere in piedi ogni manifestazione che non voglia essere solo passerella fine a se stessa, in linea, del resto, con le direttive repressive in materia di scioperi e blocchi stradali e ferroviari definite dal Consiglio dei Ministri.
Non siamo così sciocchi da accettare la sfida in campo aperto con le forze del dis-ordine erette a protezione del vertice; non cadremo in nessuna trappola. E tuttavia non staremo con le mani in mano, privilegeremo il territorio siracusano e siciliano per far conoscere le nostre posizioni e far sviluppare una opposizione di base in grado di dimostrare tutta l’ostilità e la contrapposizione di chi subisce le politiche devastanti dei governi e dei padroni, per proseguire, dopo il vertice, un percorso di riappropriazione delle facoltà decisionali da parte delle popolazioni, con l’obiettivo di liberare noi e la nostra terra dall’unico disastro di cui si deve parlare: quello capitalistico-statale.

Il Coordinamento ibleo contro il G8 si propone come tavolo permanente unitario a livello provinciale, e individua i seguenti punti su cui focalizzare il proprio impegno:
- Chiusura delle discariche, necessità di far partire la raccolta differenziata.
- Piani costruttivi, piani regolatori e devastazione territoriale.
- Ricatti occupazionali e tematiche ambientali.
- Cementificazione delle coste.
- Trasporti: monopolio di strate e gommato; necessità di trasporti pubblici ed ecologii.
- No alla privatizzazione dell’acqua.



Coordinamento ibleo contro il G8
(hanno fino ad ora aderito: Circolo ARCI L’Argent, CUB, RdB, redazione Sicilia libertaria, Gruppo Anarchico di Ragusa, Partito Comunista dei Lavoratori, individualità varie).
PCL - Ragusa

venerdì 13 febbraio 2009

Attacco fascista alla sede del Pcl di Ragusa

La notte fra l' 8 e il 9 Febbraio degli anonimi fascisti hanno imbrattato il portone d'ingresso della sede di Ragusa del Partito Comunista dei Lavoratori scrivendo slogan inneggianti al duce. A loro ricordiamo che non ci faremo intimidire dai loro atti vandalici, che difenderemo quotidianamente tutti gli spazi di espressione antifascista della nostra città. La nostra pratica militante sarà sempre rivolta contro qualsiasi tentativo di radicamento nel nostro territorio di gruppi fascisti, la cui attività e capacità politica è ridotta all' uso delle bombolette di vernice spray e nascosta dalla vigliaccheria dell' anonimato. Facciamo appello a tutti i cittadini affinchè loro stessi, in prima persona, difendano la storica tradizione antifascista della nostra città, laddove le istituzioni e la gran parte dei partiti politici tacciono strumentalmente o si dicono “equidistanti dagli estremismi” favorendo così di fatto la presenza di groppuscoli nostalgici del ventennio.
P.c.l.-Circolo L. Trotskij-Ragusa